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Intervista a cura di:
Massimo Gaiba

Alla soglia dei quarant’anni Paolo Lorenzi ha deciso di appendere la racchetta al chiodo, ponendo fine a una carriera più che ventennale che è veramente impossibile riassumere in poche righe. Una vittoria in un torneo ATP 250 (Kitzbuehel 2016), 21 vittorie Challenger, il n.33 del mondo raggiunto nel 2017 e svariate presenze in nazionale, sono quasi secondarie in confronto al rispetto che il giocatore senese è riuscito a meritarsi tra i tifosi e soprattutto tra gli avversari che ne hanno sempre ammirato la correttezza, l’etica del lavoro e l’impegno senza compromessi che l’ha contraddistinto fino all’ultimo (‘provarci sempre’ è stato fin dall’inizio il suo motto). Ma Paolo è anche una persona arguta, gentile e disponibile, con cui è veramente un piacere parlare, come la breve intervista che segue potrà confermare.

Chi adotta un meticcio è…un campione!

Buongiorno Paolo, il tuo cane è un meticcio e si chiama Olivia. So che l’hai adottata.

Sì, era da tempo che io e mia moglie Elisa desideravamo un cane. Negli Stati Uniti (Paolo vive da un paio d’anni a Sarasota, Florida) facevamo parte di un’associazione che si occupava di ‘foster care’, cioè tenevamo in custodia per brevi periodi i cani ospiti nello ‘shelter rescue’, in attesa che si facesse avanti qualcuno per adottarli. Perché altrimenti, dopo una decina di giorni al massimo, i cani che non trovano una sistemazione sono soppressi. A noi sembrava una cosa veramente orribile e allora li prendevamo in affido, come soluzione ponte. Di più non potevamo fare perché io ero sempre in viaggio ed era impensabile per un professionista andare ai tornei con un cane al seguito. 

Quando hai cominciato a pensare al ritiro le cose sono cambiate.

Esattamente, l’unica discriminante era che doveva essere un cane di taglia piccola perché, visto che viaggiamo spesso in aereo, doveva poter stare con noi in cabina.

Così dieci mesi fa siamo andati in un canile di Napoli gestito da volontari (Omnia Libera Onlus  www.omnialibera.com) e abbiamo adottato Olivia, regalandole una nuova vita. Basta entrare una volta in un canile e immediatamente pensare all’adozione ti sembra il gesto più normale da fare. Almeno a noi è successo così. Olivia era stata abbandonata vicino a un cassonetto, probabilmente scaricata da una macchina.

il cane di paolo lorenzi

Come fai a saperlo?

Lo immagino, si vedeva che era abituata a vivere in famiglia perché non ha mai avuto problemi col guinzaglio e non ha mai fatto i bisogni in casa. E poi, per un lunghissimo periodo, era spaventatissima ogni volta che doveva salire in macchina, come se avesse dei brutti ricordi. Abbassava le orecchie e assumeva l’aria rassegnata di chi vede ripetersi una brutta cosa.

Quanto tempo ha?

Il veterinario ci ha detto che doveva avere circa un anno e mezzo, quindi adesso ne ha poco più di due.

paolo lorenzi
cane meticcio bellissimo
atp lorenzi cane

Che carattere ha Olivia? Si notano ancora i traumi dell’abbandono?

E’ molto coccolosa, non faccio in tempo a rientrare in casa che lei è già a pancia in su, pronta per i grattini. Ma non solo con me, devo dire. Arriva un estraneo e lei si mette subito in posizione…un vero cane da guardia (ride,ndr). A parte questo mi sembra serena, speriamo che il nostro affetto le abbia fatto dimenticare le brutte esperienze. 

Con gli altri cani che rapporto ha?

Adesso comincia a familiarizzare, ma si vede che non era abituata. Forse in canile ha avuto dei problemi al riguardo. Ma adesso la portiamo al parco dei cani e sembra trovarsi a proprio agio. 

Visto che tu sei spessissimo in viaggio, Olivia ti riconosce come padrone?

Figurati, le gerarchie sono molto chiare: il padrone è Elisa. Io sono un simpatico ospite che cerca di viziarla in ogni modo possibile. Comunque mi è molto affezionata, tanto che quando torno a casa mi si appiccica addosso e, almeno per una notte, dorme con me.

Quando partivi come reagiva?

Per un giorno stava senza mangiare, elaborando una specie di lutto. Poi ovviamente se ne faceva una ragione. Comunque già mentre preparavo i bagagli capiva tutto e allora non mi mollava un attimo, tipo guardia del corpo. Mi seguiva dappertutto e la notte prima della partenza dormiva stretta stretta a me.

So che l’avete anche portata al mare. Le piace l’acqua?

Così così, prima aveva paura. Poi quest’anno, all’ennesimo tentativo, ha cominciato a prendere un po’ di confidenza. Le piacciono però molto i drink a bordo vasca.

Cioè?

A Sarasota abbiamo una piccola piscina ed Elisa era abituata a portarsi a bordo vasca un bicchiere grande d’acqua con ghiaccio e limone. Appena lo appoggiava per terra Olivia se lo andava a bere. Abbiamo scoperto che va matta per il ghiaccio. Ci aspettiamo che da un momento all’altro ci chieda anche due patatine e qualche oliva (ride,ndr).

Massimo Gaiba

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