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Intervista a cura di:
Massimo Gaiba

Andrea Vavassori ha 26 anni ed è nato a Torino dove risiede.

Fin da ragazzo è stato uno dei più forti giocatori di tennis della regione, facendosi notare per il suo gioco aggressivo. Quando nel 2020 un problema al gomito lo ha costretto a lasciare temporaneamente il singolare è migliorato tantissimo in doppio, specialità che del resto gli è sempre piaciuta molto. Nel novembre 2020, vincendo il Challenger di Maia, entra per la prima volta in top 100 nella classifica mondiale di doppio, per poi migliorare progressivamente fino a raggiungere la settantesima posizione (il secondo miglior italiano). Nel febbraio di quest’anno in Australia ha fatto il suo esordio in nazionale all’ATP Cup in coppia con Simone Bolelli. Ma il suo compagno preferito è Lorenzo Sonego, suo concittadino e grandissimo amico, in coppia in aprile hanno vinto il Sardegna Open.

Buonissimo, affettuoso e alla ricerca spudorata di coccole

Come mai in famiglia avete deciso di prendere un cane?

Mia sorella era da tempo che lo desiderava e allora abbiamo fatto il patto che se in gennaio avessi giocato un buon torneo agli Australian Open (uno dei quattro tornei dello Slam, i più importanti della stagione) le avrei regalato un cane. Così è stato e quindi ogni promessa è debito. 

golden retriever bambini

Il nome Aston da dove viene?

Perché quando ero adolescente mi piaceva molto l’attore Ashton Kutcher (protagonista di sitcom che ebbe una certa notorietà nei primi anni 2000) e mio padre mi prendeva sempre in giro per questa cosa.

I Golden Retriever sono cani da riporto, Aston manifesta in qualche modo questa peculiarità?

Adesso che ha sette mesi sta cominciando ad impegnarsi nell’attività di riporto ed è molto divertente. Quando era cucciolo ovviamente non gliene fregava niente. Ma la sua caratteristica principale è che è buonissimo e particolarmente affettuoso.

Non solo con gli altri cani, con cui non litiga mai, ma soprattutto con gli esseri umani. Quando incontra un conoscente è capace di buttarsi subito a terra, alla ricerca spudorata di coccole. Coi bambini poi è buonissimo.

Mi dicono che questa razza sia particolarmente vorace.

Posso confermare (ride, ndr). In giugno io e mio padre (che è il suo coach) eravamo a Parigi per il Roland Garros e lui era nel giardino del nonno, un giardino molto grande. Il gatto (il padrone di casa, per così dire) è molto territoriale e ha considerato intollerabile questa invasione. Mia sorella si è messa in mezzo ed ha avuto la peggio.

Allora è andata a medicarsi i graffi e in quei cinque minuti Aston ha mangiato di tutto: erba, radici e animaletti. E’ stato malissimo e ha passato la notte con la flebo mentre noi a Parigi eravamo preoccupatissimi. A parte questi episodi però abbiamo cercato di dargli delle regole, ad es. l’abbiamo cresciuto senza mai dargli cibo dal tavolo ma solo dalla sua ciotola.

Quindi si è abituato e adesso anche quando mangiamo è molto tranquillo. Come è tranquillo rispetto alla sua routine perché adesso ha finalmente capito come funziona per i suoi bisogni e per le uscite.

So che il Golden Retriever preferisce le famiglie numerose rispetto al padrone singolo. 

Non saprei dirti, vorrà dire che con noi si trova bene, visto che siamo una famiglia piuttosto numerosa. E lui ha un ottimo rapporto con tutti, anche se forse riconosce di più come padroni mio padre e mia sorella che passano più tempo con lui. 

Tu sei spesso via per lavoro, lui che atteggiamento ha?

Diciamo che se ne fa una ragione, visto che, come ti dicevo, penso che mi consideri un simpatico amico del suo vero padrone, uno che ogni tanto viene a trovarlo (ride, ndr). Quel che è certo è che ogni volta che torno mi fa delle grandi feste. Pensa che una volta al circolo tennis dove mi alleno ha visto un mio poster piuttosto grande e mi ha riconosciuto. Ha cominciato ad abbaiare e a fare le feste, tra l’ilarità generale. Mi ha detto mio padre che è stato pazzesco.

Allora fa festa anche quando sei in TV?

No, lì sono troppo piccolo e non mi riconosce. Per fortuna. 

Massimo Gaiba

Fin da ragazzo gli dicevano che con l’italiano se la cavava davvero bene così ha cominciato a pensare che la scrittura fosse il suo destino. Ha iniziato collaborando a varie radio (TRB, Radio Città 103 e Radio San Marino), spaziando dal tennis al basket per poi dedicarsi anima e corpo al cinema e alla parola scritta. Ha lavorato per Mongolfiera e Il Domani di Bologna, raccontando dei suoi infiniti pomeriggi cinematografici o delle numerose incursioni ai Festival di Venezia e Cannes. Talvolta ha anche trovato qualcuno disposto a pagarlo ma in ogni caso si è sempre divertito tantissimo.

scrittore di zampettando

Con la pandemia ha capito che era meglio evitare i luoghi al chiuso e così ha pensato bene di recuperare le proprie competenze tennistiche. Non sappiamo se sia stato un bene per il giornalismo ma la vita all’aria aperta ha sicuramente giovato alla sua abbronzatura. Adesso collabora con Ubitennis e Il Tennis Italiano.

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